È il momento di chiamare il geriatra?
Il geriatra (o “medico dei vecchi”) è il medico che si occupa delle malattie tipiche dell’anziano e dei caratteri specifici che tutte le altre malattie assumono in età avanzata. Preparazione professionale ed esperienza ne fanno anche un esperto dell’invecchiamento, quindi un gerontologo. In quanto tale, questa figura ha una conoscenza multidisciplinare relativa all’anziano che comprende aspetti biologici, sociali, psicologici, economici, comportamentali, igienici, ambientali. Ma torniamo al geriatra.
Tra i suoi compiti i più importanti c’è l’individuazione dei favori di rischio che, non controllati, finirebbero col compromettere la salute. Per esempio il trattamento tempestivo di un diabete in fase iniziale. Ma il geriatra è impegnato anche nella prevenzione di quell’invecchiamento patologico che potrebbe innescare una catena di eventi negativi: compromissione del benessere, perdita di autonomia, riduzione dell’aspettativa di vita. Si delinea così il compito del geriatra: sensibilizzare il proprio paziente sul mantenimento della propria salute attraverso buone abitudini spesso trascurate,come il movimento, gli interessi culturali e i rapporti sociali.
Un’altra funzione del “medico dei vecchi” è quella di abbattere i preconcetti negativi sulla vecchiaia. Una precisa età cronologica che ne segna l’inizio è solo un convenzione: esiste, infatti, un modo e un tempo diverso di invecchiare, influenzato certamente da fattori genetici, ma determinato dal nostro stile di vita. Le più recenti scoperte delle neuroscienze hanno confermato la fondamentale importanza di una continua stimolazione cerebrale per la “salute” del cervello. Il geriatra deve essere un buon medico orientato, con ogni suo paziente, alla valorizzazione delle potenzialità residue e al recupero funzionale. È quanto avviene all’anziano che colpito da ictus, mediante la riabilitazione, riprende a camminare. E il miracolo del paralitico che cammina quello in cui deve credere il geriatra! Non sempre è un miracolo e comunque medico e paziente devono crederci insieme.